Alluvione Genova, Wwf: “colpa dell’urbanizzazione selvaggia”

Oggi è il giorno del dolore.Siamo con i nostri cuori vicino ai cittadini di Genova.
Noi di iCase.it riteniamo che queste disgrazie non si debbano più ripetere in futuro e domandiamo: ma come è potuto succedere tutto questo? é colpa della natura o forse vi sono delle responsabilità dell'uomo che ha gestito il territorio negli ultimi anni sottovalutando a che cosa si sarebbe andati incontro? noi un'idea ce l'abbiamo... e vogliamo segnalarvi questo articolo preso dal sito del WWF dove vengono fornite alcune indicazioni su come a Genova ci sia stata negli ultimi anni una fortissima cementificazione a ridosso dei corsi d'acqua. Forza Genova! - da iCase.it -


“A Vernazza, Monterosso e in molti altri comuni della Lunigiana non si è ancora finito di spalare il fango del nubifragio di una settimana fa che già oggi dobbiamo piangere nuove vittime. Non solo il territorio è stato distrutto e reso completamente vulnerabile, ma non si riesce nemmeno a mettere in sicurezza le persone, nonostante la recente tragedia e l’allarme lanciato per questo nuovo alluvione da almeno tre giorni”. Così il WWF Italia commenta in una nota il disastro ambientale provocato da un nuovo alluvione in Liguria e nella zona della Lunigiana.“Queste tragedie sono e saranno sempre più frequenti – spiega Andrea Agapito, Responsabile Acque del WWF Italia - In città, a Genova, i corsi d’acqua sono stati cementificati, canalizzati e “tombati”, cioè coperti, nascosti. Tra i punti più critici c’è il Ferreggiano che è stato deviato artificialmente nel torrente Sturla dove, tra le altre cose, i piloni che sorreggono la Facoltà universitaria di Farmacia si trovano nel bel mezzo dell’alveo. Recentemente è stata rifatta la copertura del torrente Bisagno nella speranza di far passare l’onda di massima piena: peccato che l’intervento sia insufficiente anche a causa della cementificazione ed impermeabilizzazione dei quartieri più a monte”.“I fiumi in genere e in particolare quelli liguri – prosegue Agapito - non sono più gli stessi da parecchi decenni. Si è costruito a ridosso e dentro gli alvei. Alla foce del Magra, i centri abitati di Bocca di Magra e Fiumaretta che si affacciano al fiume, l’uno di fronte all’altro, hanno occupato l’occupabile. Ad Aulla, devastata dal fango pochi giorni fa, nel 1959 veniva costruito un argine a ridosso del fiume, consentendo, in questi ultimi 50 anni, di edificare ovunque praticamente fin dentro il fiume. L’argine, sinonimo di sicurezza, ha falsamente tranquillizzato tutti, facendo dimenticare che si stava costruendo dentro il Magra. In alcuni tratti del Vara, l’altro fiume ‘impazzito’ il 25 ottobre, nel 1857 l’alveo attivo era largo 820 metri, nel 1954 si era ridotto a 370 e oggi è circa 140 metri”.E’ vero – prosegue la nota dell’associazione - che in Liguria e Toscana il 25 ottobre è piovuto molto e molto sta piovendo ora su Genova e provincia, più della norma, ma è altrettanto vero che si tratta, purtroppo, di una tendenza in atto da almeno vent’anni, come testimonia un’indagine conoscitiva del Senato nel 2005 nella quale si sosteneva che ‘negli ultimi 10-15 anni vi è stato un aumento degli episodi di precipitazione a carattere intenso, ma di breve durata, mentre in precedenza esisteva una prevalenza di episodi a bassa intensità ma prolungati nel tempo’.In tutta risposta – conclude il WWF – nella finanziaria 2012 non c’è alcuna traccia dei 500 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico promessi da presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.

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