Lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 21 Locale.Analisi e valutazione di un progetto di democrazia partecipativa

Un concetto onnicomprensivo, la cui contestualizzazione può trovare forma in qualsiasi ambito, da quelli quantitativamente scientifici a quelli qualitativamente umanistici.
E per comprendere questa forma in modo tridimensionale, condizione necessaria è la consapevolezza della storia che il concetto “sostenibilità” porta dietro e con sé.
Quella consapevolezza che, dal passato, consente di guardare al futuro in modo positivamente “sostenibile”.
E così ha inizio il lavoro del giovane Mauro Catani “lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo
tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali” che, in poco più di cento pagine, mette a disposizione le sue – proprie – risorse conoscitive, per dare concretezza formale ad un concetto astratto, quale quella della sostenibilità.
Un lavoro redatto con la semplicità di colui il quale oltre a ben conoscere i segreti degli
argomenti trattati sente forte il desiderio e la grande voglia di condividerli con tutti coloro – si
augura – possano servirsene per iniziare ad operare per un cambiamento necessario, quale
unica via di un futuro possibile.
Il percorso portato avanti dall’autore è molto chiaro: dal generale al particolare, dal macro al
micro, da concetti e riferimenti generali a risultati di ricerche puntuali.
Dal resto del mondo a Noi.
Think globally, act locally leggiamo in copertina.
Centoventotto pagine, divise in cinque capitoli - Il percorso storico della sostenibilità
ambientale; L’Unione Europea: programmi, obiettivi e finalità per lo sviluppo sostenibile;
Agenda 21 Locale: i primi progetti e le prime indagini conoscitive; Agenda 21 Locale: dagli
indicatori ambientali all’azione coordinata; Agenda 21 Locale: analisi e valutazione di un
progetto di democrazia partecipativa - in cui struttura, forma e contenuti coerentemente
assolvono la finalità prioritaria dell’intero testo: raccontare la sostenibilità, divenendone - esso
stesso - chiaro paradigma.
Mauro Catani pensa a noi, al nostro bene ed a quello delle generazioni che verranno.
Racconta quella realtà di cui ciascuno di noi fa parte, invitandoci a viverla in modo
consapevole, democraticamente partecipandovi: è il concetto di “partecipazione”, richiamato
con espressioni diverse: democrazia partecipativa, processo di partecipazione…quello che
emerge a gran forza, colpendo ed attirando l’attenzione del lettore.
Un lettore che può ben conoscere l’argomento trattato nella sua globalità, trovando nel testo
possibilità di puntualizzazione ed approfondimento, o che si può servire del libro per
avvicinarsi, per la prima volta, alle tematiche - in esso - trattate.
Per entrambi, la lettura delle pagine scritte da Catani non potrà che costituire strumento di
arricchimento conoscitivo, in primis, personale, poi.
Quanti hanno lavorato, in quanti paesi del mondo e da quanto tempo a partire dal lontano
1972, allorquando il Club di Roma pubblicò “…un rendiconto commissionato dal
Massachusetts Institute of Tecnology (MIT) dal titolo “The limits of the growth…”, nomi,
luoghi e date puntualmente riportati nel libro, che si succedono gli uni agli altri in modo così
semplice da risultare non possibile credere che la concretizzazione pratica degli argomenti
trattati sia stata condotta in maniera tanto poco organica da produrre risultati
“sostenibilmente” evidenti.
Nel 1974 , seguì un secondo Rapporto che si concluse con un significativo appello “…Noi non
siamo il mondo sviluppato; siamo oggi il mondo sovrasviluppato. La crescita economica in
un mondo in cui alcune regioni sono sottosviluppate è fondamentalmente contraria alla
crescita sociale, morale, organizzativa e scientifica dell’umanità…Per la prima volta da
quando l’uomo è sulla Terra, gli viene chiesto di astenersi dal fare qualcosa che sarebbe nelle
sue possibilità; … gli si chiede – da parte di tutte le generazioni future della Terra – di
dividere la sua buona fortuna con i meno fortunati non con uno spirito di carità, ma in uno
spirito di necessità. …Può egli in coscienza rispondere un no?...”
Catani - nel 2011 - a distanza di 37 anni da questa emergente richiesta, dimostra,
argomentativamente, che la risposta dell’uomo non è stata quella attesa: l’uomo, non sappiamo
quanto consapevolmente, ha risposto con un no.
L’Agenda 21 Locale, per il raggiungimento della sostenibilità nelle locali comunità, quale unico
bene comune fruibile nel presente e spendibile per le generazioni che verranno, si è rivelata
sperimentale strumento in mano a portatori di interessi particolari, secondo una visione che
affida al “sistema natura” un ruolo subordinato a quello delle macrodinamiche economiche.
Per il momento - Catani ci fa ben capire - il concetto assoluto di sostenibilità super omnes
partes è molto lontano dal comune, utilitaristico, vivere e quindi, rebus sic stantibus, dal
concetto di vero bene per tutti noi, che nel presente siamo e per tutti coloro, che nel futuro
verranno.
Ludovica Ambrogetti
“sostenibilmente” evidenti.
Nel 1974 , seguì un secondo Rapporto che si concluse con un significativo appello “…Noi non
siamo il mondo sviluppato; siamo oggi il mondo sovrasviluppato. La crescita economica in
un mondo in cui alcune regioni sono sottosviluppate è fondamentalmente contraria alla
crescita sociale, morale, organizzativa e scientifica dell’umanità…Per la prima volta da
quando l’uomo è sulla Terra, gli viene chiesto di astenersi dal fare qualcosa che sarebbe nelle
sue possibilità; … gli si chiede – da parte di tutte le generazioni future della Terra – di
dividere la sua buona fortuna con i meno fortunati non con uno spirito di carità, ma in uno
spirito di necessità. …Può egli in coscienza rispondere un no?...”
Catani - nel 2011 - a distanza di 37 anni da questa emergente richiesta, dimostra,
argomentativamente, che la risposta dell’uomo non è stata quella attesa: l’uomo, non sappiamo
quanto consapevolmente, ha risposto con un no.
L’Agenda 21 Locale, per il raggiungimento della sostenibilità nelle locali comunità, quale unico
bene comune fruibile nel presente e spendibile per le generazioni che verranno, si è rivelata
sperimentale strumento in mano a portatori di interessi particolari, secondo una visione che
affida al “sistema natura” un ruolo subordinato a quello delle macrodinamiche economiche.
Per il momento - Catani ci fa ben capire - il concetto assoluto di sostenibilità super omnes
partes è molto lontano dal comune, utilitaristico, vivere e quindi, rebus sic stantibus, dal
concetto di vero bene per tutti noi, che nel presente siamo e per tutti coloro, che nel futuro
verranno.
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