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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

La riduzione dei gas serra: il Protocollo di Kyoto

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Dalla prima pubblicazione riconosciuta a livello internazionale,datata 1988, per  opera dell’UNEP, che illustrava il profilo scientifico dell’innalzamento relativo alle  temperature globali — identificandone le responsabilità nel pulviscolo introdotto  in atmosfera da numerose eruzioni esplosive nell’arco temporale dei due decenni  precedenti — sono stati raggiunti significativi traguardi. L’IPCC, avviato dall’UNEP,  ebbe l’incarico di valutare, in maniera indipendente e obiettiva, i progressivi  mutamenti della situazione climatologica mondiale. Furono chiamati a far parte di  questo progetto ambientale circa 2000 luminari provenienti da oltre 160 paesi. Il  loro operato portò a tre rapporti dettagliati sulle condizioni del Pianeta, attestati  come il miglior riferimento scientifico in materia ambientale, comparabili su scala internazionale. Già a partire dal suo primo rapporto, l’IPCC identificò la CO2 come uno tra i gas  responsabili dell’effetto serra, considerando l’operat

Think globally, act locally: la Conferenza di Rio de Janeiro

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Nel 1992 ha avuto luogo il meeting di Rio de Janeiro, appreso come la Conferenza  delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (UNCED). Esso fu anticipato da un  collegio preparatorio i cui incarichi si erano avviati nel corso dei due anni e mezzo precedenti, partendo dalle risoluzioni contenute nel Rapporto Brundtland, con la  compartecipazione di numerosissimi capi di stato (da Bush a Mitterand, da Kohl a  Castro) e al cospetto di un Global Forum predisposto dalle organizzazioni non  governative. La Conferenza, promossa dall’assemblea generale dell’ONU, con  l’obiettivo di progettare piani e misure per trattenere e invertire gli effetti di degrado ambientale, fu un processo necessario per ottenere la collaborazione di tutti i  soggetti. Lo scopo ultimo fu quello di favorire uno sviluppo sostenibile ed ecologicamente compatibile in tutti i paesi del mondo. Il meeting in questione si può  osservare come il più grande evento congressuale della storia. Con la partecipazion

L'ANNUNCIO IMMOBILIARE CHE FA VENDERE CASA

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Creare  annunci immobiliari è apparentemente semplice, per questo motivo a volte viene prestata poca attenzione alle informazioni che vengono inserite, convinti che il momento più importante sarà quando il visitatore verrà a vedere casa, e questo è vero. Ma se il visitatore   legge un annuncio che non lo invoglia a fissare l'appuntamento per la visita avremo perso una occasione, molto probabilmente più di una. Le agenzie immobiliari sanno da sempre qual'è l'importanza che merita un annuncio immobiliare, ma non si può affermare la stessa cosa per gli inserzionisti privati. Troppo spesso capita di leggere annunci immobiliari da privati spogli, con descrizioni striminzite e nessuna fotografia. Affittare o vendere casa privatamente significa vendere un prodotto come in un qualsiasi negozio laddove la vetrina viene rappresentata dal portale immobiliare su cui viene pubblicato l'annuncio. In questo senso c'è da farsi furbi e imparare dalle Agenzie. Vi è mai

iCase.it : L'unione fa la forza!

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Oggi dedichiamo questo articolo ad un partner speciale: Caasa.it. Questo motore di ricerca degli immobili in Italia  ha offerto da subito la propria disponibilità ad ospitare  le offerte immobiliari degli utenti di iCase.it nei propri risultati delle ricerche. Grazie a questa collaborazione gli utenti che pubblicano offerte immobiliari su iCase.it hanno il vantaggio di vedersele pubblicare in automatico su Caasa.it e non solo, grazie alla funzione iCase.it | Tuttiportali . Per iCase.it le collaborazioni con gli altri operatori del settore sono un'importante strada da seguire. Non vogliamo essere l'ennesimo competitor dei molti siti immobiliari presenti in rete ma un vero punto d'incontro e di condivisione. La redazione di http://www.icase.it/ ------------------------------------------------------------------------------------------------------- Sono molti o moltissimi i portali immobiliari in Italia, e sono molti anche gli "aggregatori" immobiliari